Andrea Parodi
Nasce a Porto Torres in Sardegna il 18 luglio 1955 da padre savonese e madre sarda, si diploma Allievo Capitano di Lungo Corso presso l'Istituto Tecnico Nautico della sua città natale, dove tornerà ad insegnare come docente di Marinaresca.
Matura una lunga esperienza nel Coro degli Angeli, di Sassari, gruppo formato nel 1977 sotto il nome di Sole Nero, che nei primi anni ottanta collabora in studio e dal vivo con Gianni Morandi.
Parodi è stato a lungo il cantante dei Tazenda, gruppo formato nel 1988 insieme a Gino Marielli e Gigi Camedda. Nel 1990 vincono il programma di Raiuno Gran Premio, condotto da Pippo Baudo. Sempre con i Tazenda partecipa negli anni novanta a due edizioni del Festival di Sanremo arrivando quinti nel 1991 in coppia con Pierangelo Bertoli cantando Spunta la luna dal monte e ottavi nel 1992 con Pitzinnos in sa gherra; e al Festivalbar del 1992. Sempre nel 1991 vincono il Cantagiro (in coppia con Paola Turci) nella nuova edizione di Ezio Radaelli. Nel 1990 lui e i Tazenda collaborano con Fabrizio De André cantando come coristi nella canzone Monti di mola, dell'album Le nuvole.
Si impegna anche come regista, dirigendo i video dei Tazenda e alcuni documentari sulla Sardegna, oltre che come produttore di altri artisti sardi, come Marino de Rosas.
Nel 1997 esce dai Tazenda per intraprendere la carriera solista. Tuttavia, il suo primo cd solista Abacada non riscuote un grande successo. Nonostante questo, proprio negli ultimi anni, raggiunge l'apice del suo successo collaborando con Noa e con Al Di Meola, con il quale ha pubblicato un cd live. Con lo stesso Al Di Meola ha fatto un tour europeo, segnando il tutto esaurito in quasi tutti i concerti. Il 20 luglio 2005 partecipa al concerto tributo a De André tenutosi all'anfiteatro di Cagliari cantando Hotel Supramonte.
Nel 2006 ritorna con i vecchi compagni dei Tazenda, ottenendo un nuovo successo di pubblico: 20.000 le presenze del concerto di Porto Torres (4 giugno 2006), più di 15.000 le presenze del concerto a La Maddalena il 20 agosto 2006. Tiene l'ultimo concerto il 22 settembre 2006, all'Anfiteatro Romano di Cagliari, con la partecipazione di molti amici, tra cui ancora una volta i Tazenda con cui aveva recentemente inciso il live Reunion. Questo concerto è stato inserito in un CD (12 Tracce) e messo in vendita con il quotidiano L'Unione sarda. In questo ultimo concerto sono lampanti i segni della malattia che meno di un mese dopo lo porterà alla morte.
L'ultimo suo lavoro è Rosa resolza, realizzato in collaborazione con Elena Ledda. Collaborazione professionale che corona un'amicizia e un rapporto umano. L'ultima canzone, Gracias a la vida (di Violeta Parra), è un'esecuzione live dal suo ultimo concerto del 22 settembre 2006 Undici Canzoni/Creazioni di forza e dolore.
Andrea Parodi muore dopo alcuni giorni di coma a Cagliari, il 17 ottobre 2006, del cancro di cui soffriva da circa un anno. Numerose le manifestazioni e concerti furono dedicati all'artista dopo la sua scomparsa.
Maria Luisa Congiu
Nata a Roma il 18 Aprile del 1973, residente ad Oliena (NU)....paese stupendo!!! Madre romana e padre sardo (emigrato per lavoro nella capitale) M.Luisa trascorre i primi diciotto anni della sua vita a Roma rientrando in Sardegna solo in occasione delle festività o delle vacanze estive. Allo scattare del diciottesimo anno decide di rientrare nell'isola e vivere ad Oliena, suo paese d'origine al quale si sente da sempre molto legata. Al suo arrivo M.Luisa non sa parlare il dialetto locale, non conosce bene le varie usanze e i diversi usi e costumi del suo paese e del resto della Sardegna, al quel punto inizia un vero e proprio studio della lingua e di tutte le varie sfaccettature dialettali, pratica dei canti e balli tradizionali, interesse per gli strumenti tipici e tutto ciò che riguarda la cultura sarda. Inizia a dedicarsi all'esecuzione del canto tradizionale a chitarra al suo rientro sull'isola, accompagnata dal chitarrista Pasqualino Puligheddu che ben presto diverrà anche suo marito. Nel 1994 da vita alla sua prima collaborazione musicale fondando un gruppo che si affaccerà proprio sul panorama dei canti logudoresi.
Il 5 Novembre del 2006 l'associazione culturale "Bardia" di Dorgali( Associazione che organizza uno dei concorsi di poesia più importanti del momento) conferisce alla Congiu il premio "Categoria Oro" con la seguente dicitura : L'associazione culturale Bardia ha voluto assegnare il premio speciale a Maria Luisa Congiu per il suo valore stilistico nel canto, nell'attività, e nell'impegno profuso dall'artista per la promozione, la diffusione e la valorizzazione della lingua, della musica e dell'identità sarda.
Il 10 Aprile del 2007 Maria Luisa ha rappresentato il canto e la cultura popolare della Sardegna all'Università La Sapienza di Roma nella facoltà di lettere, dove si è tenuto un importante seminario dedicato proprio alle culture popolari : l'esecuzione del canto in re e gli altri canti tradizionali, durdurinu etc, hanno sorpreso e coinvolto anche l'ateneo romano.
Benito Urgu
Per alcuni è un comico, per altri un cantante, per tutti i sardi è un personaggio amato che incontra sempre il favore del pubblico. Che si esibisca nelle piazze dei paesi, o appaia in trasmissioni televisive nazionali, il gradimento degli spettatori è assicurato grazie al suo spirito goliardico e al suo acuto senzo dell'umorismo.
Nasce il 12 gennaio 1939 ad Oristano e comincia a muovere i primi passi della sua carriera artistica sul finire degli anni '50 come cantante del gruppo musicale "Gatto Nero ENAL" (in seguito ribatezzato "I nuraghi"). Si fa apprezzare nei locali e nelle piazze della provincia, proponedo sia i brani delle classifiche di quel periodo, sia suonando pezzi di propria composizione come Su twist 'e Giuannica e Gambale Twist che diverranno poi i suoi cavalli di battaglia. In seguito Benito lascia il gruppo e comincia a lavorare al circo "Armando" come presentetore. Sono anni fondamentali per la sua crescita artistica nei quali impara "la difficile arte di far ridere". Riferendosi a quegl'anni, li definirà "la mia università".
Nei primi anni '60 Benito si unisce al gruppo oristanese dei "Visconti" allora formato da Francesco Salis, Giulio Albano, Nello Cocco e Guido Cocco. Col nome di "Barrittas" partecipano al concorso "L'Arpa d'oro" di Ozieri, presentando il brano "Whisky, birra e Johnny Cola". Al gruppo si uniscono poi Antonello e Lucio Salis dando avvio ad lungo sodalizio ricco di successi e spettaccoli nelle maggiori città italiane, che terminerà nei primi anni '70 con lo scioglimento del gruppo.
Sul finire degli anni '70, il nuovo gruppo di Benito è "I Porsei", e con loro presenta nelle piazze di tutta la Sardegna, uno spettacolo comico-musicale che può essere considerato il suo primo varietà. Sono gli anni della proficua collaborazione con Antonello Martinez che dura fino ai primi anni '80.
Il Benito comico è quello degli anni '80: sono gli anni delle colleboarazionicon Filippo Martinez, con Alverio Cau e con Alessandro Fois, che portano alla messa in scena in diversi spettacoli come Visitors, Polvere di stelle, La Prefica, Un giorno in pretura, Chi l'Ha visto, Ciccitta è facendo salciccia, Tuttourgu, Latte e cozze, Bugie, Tonteddu. Le audiocassette di questi spettacoli invadono il mercato regionale e fanno di Benito Urgu il grande caricaturista che tutti oggi conoscono.
Arrivano gli anni '90 che vedono Benito al fianco di Piero Chiambretti in "Prove tecniche di trasmissione" su Rai Tre. Le presenze sulla TV nazionale continuano in "Piacere RaiUno" con Toto Cutugno, "La piscina" su RaiTre, e nella fiction "Casanostra".
Negli anni 2000 Benito lavora con Giorgio Panariello a "Torno Sabato", ancora con Chiambretti in "Markette" e "Markette doppio brodo" su La7 e con Nino Frassica in "Suonare Stella" su Raidue.
Queste sono solo alcune delle tappe della vita di Benito, che lo hanno portato ad essere il grande comico oristanese che da più di quarant'anni regala tante vere emozioni al suo vastissimo pubblico.
Maria Carta
Nata a Siligo (Sassari) raggiunse la popolarità grazie alle sue esecuzioni di canti tradizionali sardi eseguiti senza eccessivi criteri di fedeltà filologica, basandosi sui suoi mezzi vocali fuori dal comune. Col tempo però passò da semplice riproduttrice di canti tradizionali ad interprete finissima ed innovativa. Ha potuto così raggiungere un pubblico molto vasto contribuendo a una generale riscoperta e valorizzazione del patrimonio tradizionale sardo - ninne nanne, gosos, canti gregoriani - da lei rispolverato e rivitalizzato, anche se il puntare sulla gradevolezza dell'esecuzione allontanava Maria Carta dall'originaria espressività popolare sarda, assai più aspra e dolente di quanto non compaia dalle sue esecuzioni.
La passione per il canto nacque fin dalla primissima infanzia quando cantava la messa nella parrocchia del paese. Nel 1958 si trasferì a Roma e perfezionò il suo lavoro di ricerca sul patrimonio sardo, frequentando il Centro studi di musica popolare, presso l'Accademia Santa Cecilia. L'attività artistica cominciò a metà degli anni '60 quando Maria Carta si esibì al Folkstudio di Roma, presentando alcune sue personali elaborazioni dei canti sardi.
La sua produzione discografica comprende oltre dieci LP. Da segnalare i canti tradizionali e religiosi raccolti nell'album Dies Irae, i canti politici italiani, spagnoli e sardi rivisitati nell' album Vi canto una storia assai vera del 1976 e soprattutto i due volumi di Sonos e memoria, editi dapprima in Francia nel 1981 e infine anche in Italia, su iniziativa della stessa cantante sarda.
Maria Carta ha portato i canti della sua terra in tutto il mondo: dal festival di Avignone del 1980 alla cattedrale di San Patrick a New York nel 1987, dalla cattedrale di St. Mary di San Francisco nel 1988 all'America Latina. Altri concerti di rilievo si segnalano nella cattedrale cattolica di Amburgo nel 1989, nella basilica di S. Severin, all'Olympia ed al Theatre de la Ville di Parigi, durante le tre stagioni teatrali che vanno dal 1986 al 1988. Nel 1993 Maria Carta ritornò un po' a sorpresa alla ribalta con Le memorie della musica, album intenso a tratti anche malinconico in cui è comunque sempre presente il riferimento al mediterraneo ed alla sua Sardegna. Per promuovere il disco, anche a dispetto delle pessime condizioni fisiche intensifica la sua attività concertistica. Il culmine si registra il 26 agosto alla fiera di Cagliari davanti a duemila persone in una kermesse in suo onore che vede sul palco alcune delle migliori espressioni della musica sarda legata al recupero della tradizione - Cordas e Cannas, Càlic, Bertas, Tenores di Bitti e Neoneli, Tazenda, Luigi Lai, Duo Puggioni). Maria Carta ripropose la vasta gamma del suo repertorio dai canti gregoriani alle ninne nanne, da Chelu e mare (accompagnata da Luigi Lai), a Sa dansa con i Tazenda, sino ad una versione "a cappella" di No potho reposare con Andrea Parodi.
Maria Carta si è spenta il 20 settembre 1994, vinta dal cancro che aveva combattuto negli ultimi anni.
Maria Giovanna Cherchi
Maria Giovanna Cherchi è nata e vive a Bolotana. Inizia a cantare dall'età di 6 anni, questo, grazie al padre Pietrino, musicista e cantante solista dei "Greff" (anni 60'), dal quale ha eredito la passione per la musica e proprio insieme a lui iniziò ad esibirsi nelle feste paesane.
La sua passione è la musica sarda. Ha sempre sentito dentro di se una gran passione per i nostri suoni e colori, ascoltando e facendo tesoro di grandi artisti sardi come Mario Scanu, Maria Carta, Piero Marras etc. Dopo tanti anni di "gavetta" partecipa a numerosi concorsi e finalmente nel 1995 ha la possibilità di presentare una sua canzone in sardo, dal intitola "Roccas" e con quel brano vince il concorso regionale canoro più importante della Sardegna, firma un contratto con un'importante casa di produzione la sua attuale agenzia.
Inizia così la carriera da cantante etnica, incide "Roccas" che diventa un singolo molto ascoltato. Nel 1999 incide il suo primo disco dal titolo "Ammentos " dove interpreta brani inediti provenienti dalla trazione bolotanese. Questo lavoro nasce da uno studio sui poeti del proprio paese, attraverso questo CD riesce a far conoscere meglio Bolotana al resto della Sardegna. Il disco ottiene grande successo cosi come lo stesso suo spettacolo che decide di chiamare "Cantare la Sardegna".
Nel 2000 inizia a lavorare con Piero Marras il quale scrive per lei il brano "Unu Frore che a Tie" che diventa la sigla della nota trasmissione "Sardegna Canta". Piero Marras continua a scrivere per lei e nel 2001 esce il suo secondo album dal titolo "Unu frore che a tie" che porta proprio la sua firma, insieme a quella del noto poeta Paolo Pillonca. Un disco questo di gran respiro che alterni brani inediti, a brani più conosciuti, dove Maria Giovanna e Piero duettano, cosi come si alternano suoni tipici sardi e di contaminazione.
Nel 2003 nasce il terzo albun di Maria Gioanna Cherchi Terramama un disco nato in sordina ma che ha regalato tante soddisfazioni negli anni in quanto esso contiene brani come "Non potho reposare" " Ave maria " " Lo scottis ( cantato da Tore Nieddu )" e tanti altri classici che lo rendono un sempre verde. Il valore aggiunto di questo lavoro è la sua realizzazione, arrangiato e registrato dal è suonato dall'attuale gruppo di musicisti che accompagnano M.G. nei suoi concerti. E' sua e di Piero Marras la sigla dell'edizione 2003/2004 della trasmissione televisiva "Aspettando Buonasera Sardegna" in onda su di Sardegna1.
Il 2006 è l'anno di " Mediterranea" un lavoro di ricerca durato 3 anni interamente arrangiato da Uccio Soro virtuoso della chitarra ( ad eccezione di Malu ighinu brano arrangiato da Paolo Poddighe ). In questo disco sono stati raggruppati diversi nomi del panorama musicale sardo ( Paolo Pillonca, Gino Marielli, Benito Urgu, Maria Luisa Congiu, Franco Madau, Manuel Rossi Cabizza ). Questo intento ha fatto in modo che ogni brano goda di propria personalità dando all'intero disco una moltitudine di colori. Il 17 marzo 2006 Maria Giovanna Cherchi partecipa vincendo e andando in finale al programma tv Rai Uno " I Raccomandati " accompagnata dai Ricchi e Poveri. Maria Giovanna Cherchi si esibisce dal vivo accompagnata stabilmente dal suo gruppo e dal suo staff tecnico ( luci, amplificazione etc.), elemento importantissimo per lo svolgimento dello spettacolo, che appare fruibile per il suo ritmo incalzante e sempre rispettoso della cultura sarda che lo contraddistingue.